Presentazione Contrastico + Mostra Fotografica a cura di Andrea Pacini

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Nella vita di ciascuno arriva sempre quel momento in cui andare ad aprire cassetti nei quali, da tempo, custodiamo con cura alcune parti di noi. Per un fotografo, di solito, quei cassetti si chiamano hard disk, e dentro, vi si trovano una infinità di attimi immobili che prendono vita al suono di un click.
È quello che è successo a me: compiuti i 40 anni, ho deciso che era arrivato il momento di mettere un pò d’ordine, così mi sono rifatto da una parte ed ho iniziato.
Più scatti ritrovavo e più mi rendevo conto che tutti quegli attimi, immortalati in luoghi e tempi diversi, con i loro soggetti e le loro vicende, apparentemente così distanti gli uni dagli altri, in realtà, erano come i protagonisti di una stessa storia. Ed ho deciso di provare a raccontarla.
CONTRASTICO è la storia di persone che non hanno un nome, perché non ne hanno bisogno. È l’esaltazione di attimi che mostrano spontaneità e vita quotidiana; che narrano di persone e del loro modo di esprimersi. Questa storia è fatta di coppie di scatti accostati, in un confronto che parte dal contrasto fra la casualità dei luoghi e dei momenti in cui sono stati immortalati, per poi esaltare quegli aspetti che costituiscono, di fatto, una continuità fra le storie che raccontano. In questo modo, quelle stesse storie sono liberate dall’im- mobilità dell’istante, si fondono insieme e danno vita ad una realtà nuova, svincolata dallo spazio e dal tempo. Questa raccolta è il mio personale tributo all’essere Umani al di là delle nostre differenze, ma anche attraverso l’e- saltazione di ciò che ci fa apparire così distanti e diversi, rendendoci, in realtà, semplicemente unici.
Un viaggio fatto di inclusione, di dettagli e di vita che, spero, vi possa far sentire parte di un mondo con meno confini

BIO
Sono Andrea Pacini, nasco a Prato, nel 1979. Mi avvicino alla fotografia fin da piccolo, grazie a mia madre che riempie la casa con tante belle foto scattate con la sua amata Olympus analogica durante alcuni viaggi. Nonostante questo, inizialmente io sembro non condividere la stessa passione. Almeno fino a quando non inizio a girare l’Italia per andare ai concerti dei miei gruppi preferiti. È, infatti, grazie alla mia passione per la musica che mi avvicino per la prima volta alla fotografia.
È il 1996 e sul palco del Filaforum di Assago a Milano si esibisco- no gli Smashing Pumpkins: c’ero anche io, per niente al mondo me li sarei persi! Inizio a scattare alcune foto perché voglio qualcosa che possa ricordarmi di quel momento. Successivamente, continuo ad andare ai concerti, sempre con la macchina fotografica nello zaino, nascosta fra i panini per non farmela se- questrare. I risultati sono scarsi, ma una cosa è certa: continuerò a scattare e a sperimentare per riuscire a rendere quegli istanti indelebili.
Con l’avvento del digitale, le cose si fanno ancora più interessanti, soprattutto per il fatto di poter vedere subito il risultato dello scatto appena catturato, così da poterci eventualmente riprovare o correggerlo.
Nel frattempo, studio e mi formo professionalmente come fotografo e videomaker anche in altri contesti, come sport estremi e street: imparo a confrontarmi, quindi, non solo con le situazioni di buio e luce a distanze elevate tipiche dei concerti, ma anche con soggetti in movimento a velocità elevate e dettagli a distanze ridotte.
E, piano piano, maturo sempre di più la consapevolezza che quello che vado cercando attraverso i miei scatti, ciò che davvero mi attrae, sono le persone che incontro con il loro modo di essere e di esprimersi così unico e straordinario, al di là di situazioni e contesti.
Nel prendere consapevolezza come professionista, mi sono reso conto che spesso mi trovo spontaneamente a mettere il soggetto sulla destra dell’inquadratura, cosa che ho iniziato ad attribuire al fatto di essere mancino. Ricordo che, da bambino, facevo disegni rovesciati, tipo con il sole in basso e le case in alto o scrivevo il nome partendo dalla destra del foglio.
Non amante della post-produzione, la mia mission è quella di continuare a mostrare la realtà del comportamento umano attraverso la cattura dell’attimo nella sua spontaneità più vera, senza alterarne l’autenticità. A dimostrazione di quanto la strada sia lo spettacolo più vivi ed affascinanti al quale assistere, ricco di storie da raccontare.

Ingresso Gratuito

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